12 giu 2013

Avvenire 11/06/2013 – Africa e Sud America ecco le nuove rotte industriali

3 mag 2013

Simplify China anuncia la apertura de una nueva oficina comercial en Roma

28 mar 2013

I Brics contro le crisi valutarie

II vertice di Durban. I leader degli emergenti creano un fondo da 100 miliardi di $ per far fronte a eventuali problemi di liquidità I Brics contro le crisi valutarie Prende corpo l’idea di una banca per lo sviluppo, alternativa a Fmi e World Bank Ugo Tramballi È all’aeroporto Shaka Zulù che indiani, cinesi, brasiliani e russi erano stati accolti a Durban, capoluogo del KwaZulu sudafricano. In onore degli ospiti i danzatori avevano eseguito passi di battaglia della nazione africana che per prima e più delle altre resistette alla conquista europea. C’è sempre una simbologia forte quando inizia il vertice annuale dei Brics, i cinque Paesi emergenti attesi a essere prima o poi alternativa al potere economico e finanziario dell’Occidente. Al primo vertice in Sudafrica, come nei precedenti quattro e da quando, ormai 12 anni fa Jim O’Neill di Goldman Sachs coniò l’acronimo, l’obiettivo era andare oltre i simboli. Non c’è niente di più concreto di una banca di sviluppo. Di una possibile alternativa alla Banca mondiale e all’Fmi, con forza finanziaria autonoma e concorrenziale, per garantire più facilmente infrastrutture al mondo non ancora sviluppato. Ed è a questa che hanno cominciato a dare corpo i leader di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica prima di ripartire dall’aeroporto di Shaka, re degli Zulù. Finora della banca Brics si era solo discusso, ora è stato deciso di farla e da domani incomincia la fase più difficile: decidere come farla. Ognuno dovrebbe garantire almeno io miliardi di dollari, anche se il Sudafrica è solo il 2,5% delle economie Brics e chiede di partecipare con una quota coerente con quel dato; quattro Brics su cinque dovrebbero accettare di non ospitarne la contesa sede centrale, anche se Sudafrica e Russia la richiedono con una certa insistenza; ognuno ha in cantiere progetti che crede siano più urgenti di quelli degli altri; e nuovi venuti come Indonesia e Nigeria rivendicano un posto al sole, renden do più complicata la gestione di una banca e la riforma dell’acronimo originale. «Se annunciano una banca dei Brics sarà molto importante – ha detto O’Neill a Bloomberg-. Come minimo simbolizzerebbe che possono conseguire qualcosa come gruppo politico. Molte altre cose potrebbero seguire in futuro». Il passo è stato fatto ma è solo il primo. Le economie del futuro I BRICS A CONFRONTO • Pil • Pil procapite Dati 2012, inmlddiC I Brics formano il 21% del Pil Negli ultimi 15 anni hanno aumentato la propria quota del Pil globale di 3 volte La popolazione dei Brics e il 43% di quella mondiale 82506094 Le riserve di valuta dei 5 Paesi Brics sono stimate m4400mld di dollari

27 mar 2013

La rivoluzione della bolletta del gas. Le tariffe con i prezzi di mercato

Consumi Oggi il calo, dopo tredici trimestri al rialzo. L’impegno; meno 7% da gennaio a ottobre La rivoluzione della bolletta del gas Le tariffe con i prezzi di mercato Se si fa eccezione per un’impercettibile discesa dello 0,1% annunciata nell’ormai lontano settembre 2010, in Italia i prezzi del gas sono in aumento da tre anni. Inesorabilmente, trimestre dopo trimestre per (quasi) tredici volte di seguito. Oggi invece scenderanno, e il dietro-front verrà annunciato nel pomeriggio dall’Autorità dell’energia di Guido Bortoni. Con il metano calerà per la seconda volta consecutiva anche la tariffa dell’elettricità (meno 1,4% nei primo trimestre del 2013), il che non fa di certo male a consumatori e piccole imprese. Ma la notizia resta quella del gas, soprattutto perché la «promessa» che l’Autorità farà oggi agli italiani pare essere di quelle pesanti: un calo almeno del 7%, misurato da gennaio a ottobre 2013. A che si deve l’improvvisa retromarcia? n cambio di dirczione sarà il fratto della riforma del mercato del gas che da qualche mese sta mettendo alla frusta i tecnici dell’Autorità e preoccupa invece le aziende di vendita del settore, dalle municipalizzate (e ex-municipalizzate) fino ai colossi come Eni, Enel e Edison. «Fine della ricreazione» si è lasciato sfuggire il solitamente misurato presidente dell’Autorità. Una «fine» riferita ai bei tempi passati, perché per la prima volta il mercato farà irruzione in massa nella determinazione della tariffa, quella di «maggior tutela» che riguarda comunque la stragrande maggioranza delle famiglie. In che modo? Con la gradualità chiesta esplicitamente dal «cresci Italia» del governo, ma senza ritorno. Dal primo aprile, intanto, i prezzi «spot» del gas — ovvero quelli registrati sui mercati Uberi e non frutto degli accordi di lungo periodo con i Paesi produttori (i cosiddetti take or pay) — peseranno molto di più rispetto al passato nella formula che determina la tariffa gas. Si passerà cioè dal rapporto 95/5 a un più favorevole 80/20, sulla scia di Paesi come la Francia e il Belgio che già si sono mossi in questa dilezione. «I benefici della discesa dei prezzi internazionali, e dell’allineamento di quelli italiani ai valori europei inizieranno a essere trasferiti ai ch’enti finali», ha spiegato nelle settimane scorse sempre Bortoni. Ma il perno della riforma-rivoluzione del sistema sarà l’entrata in esercizio del vero e proprio «mercato a termine» del gas, sul quale il Gme (Gestore dei mercati energetici) sta lavorando, « donando» sul fronte del gas la già esistente Borsa elettrica. Dal primo ottobre, il momento in cui entrerà pienamente in esercizio, il peso della «materia prima gas» sulla tariffa pagata dalle famiglie sarà pari alla media trimestrale delle quotazioni forward della Borsa. Dei futures sul gas, insomma. Rispetto al passato, quando cioè il riferimento erano i prezzi indicizzati al petrolio, cambierà tutto. Soprattutto, si sgancerà il prezzo del gas da quello del greggio, attuando il «decoupling» tanto invocato negli ultimi anni da consumatori e imprese La. scommessa, insomma, è lanciata. Resta da vedere come la prenderanno le società di vendita, che perderanno parte della loro rendita, fl timore è una valanga di ricorsi al Tar. Ma si tratterebbe comunque di una battaglia di retroguardia. Stefano Agnoli Fulvio Conti e Paolo Scaroni

26 ott 2012

In arrivo Conto energia termico, incentivi per 8 miliardi complessivi fino al 2020

E’ in arrivo il conto energia per le fonti rinnovabili termiche.

25 ott 2012

Milano-Roma, vittoria di EasyJet

Fine del monopolio sulla tratta. Concesse sette fasce orarie di Linate. L’Antitrust apre le porte alla compagnia britannica low cost. Migliorano i conti Alitalia (piu’ 4%).